Costituzione: 16 maggio 1938
Ubicazione: a nord-est di Norimberga
Nel sereno paesaggio delle montagne intorno a Weiden, non lontano da Beyreuth, la culla della musica wagneriana, Hitler ordinò a Himmler di far erigere questo che è stato il quarto campo di concentramento, in ordine di tempo, dopo la presa del potere da parte dei nazisti.
Un migliaio di deportati fu distaccato da Dachau per costruire un Lager che fu poi continuamente ingrandito. La sua capacità iniziale era di 1.600 posti, ma questa aumentò a 3.000; alla fine della guerra il KZ ospitava 14.000 prigionieri solo nella sua sede principale. Da Flossenbürg dipendevano, allora 74 campi e comandi esterni, fra cui Theresienstadt.
Anche questo fu un campo «autogestito», affidato alla discrezione ovverossia alla ferocia dei «triangoli verdi» cioè delinquenti comuni, i quali non mancarono alcuna occasione per infierire contro i «triangoli rossi» cioè i deportati politici. Il regime di vita era quindi particolarmente avvelenato dalle rivalità fra i due gruppi. I prigionieri lavoravano, anche qui come altrove, nella solita cava di pietre della solita DEST.
I ritmi erano micidiali, aggravati dallo stato di denutrizione e dall’assoluta mancanza di installazioni igieniche minimali. I prigionieri alloggiavano in lunghe baracche di legno che formavano un agglomerato completo di cucine, lavanderia, uffici, depositi, corpi di guardia. Stando ai registri, ritrovati fortunosamente, si sa che sono stati immatricolati a Flossenbürg 111.400 prigionieri, di cui 95.400 uomini e 16.000 donne, dei quali 73.296 non hanno retto alle sevizie, alla fatica del lavoro, alle punizioni, alle esecuzioni sommarie.
Il 20 aprile 1945 le SS hanno fatto evacuare il campo, portandosi dietro 14.000 prigionieri, dei quali 4.000 morirono durante il trasferimento prima che la colonna venisse intercettata tre giorni dopo e liberata da un reparto dell’armata americana. Fra i superstiti v’erano anche alcuni italiani.
Ben poco è rimasto del KZ Flossenbürg . Sono rimaste intatte alcune torri di guardia, il crematorio, ma per il resto alberi e prati hanno ricoperto uno dei più atroci luoghi di sofferenza, di violenza e di morte. Una piramide erbosa intrisa delle ceneri dei morti invita al raccoglimento ed alla preghiera. Questo è tutto.